martedì 26 giugno 2012

CON LA MUSICA NESSUNO SI SENTE NESSUNO

     Con molto piacere pubblichiamo questo articolo che è comparso sulla Stampa di ieri, e che ci è stato segnalato da Paola Banchio.
    Prendetevi qualche minuto per leggerlo con attenzione, perché è veramente interessante, per non dire entusiasmante. GRAZIE PAOLA!!!!!
    
   L'esempio delle orchestre giovanili del Venezuela contagia l'Europa (e l'Italia)<嵌̧>
 
   Ho conosciuto «El Sistema» delle orchestre e cori giovanili e infantili in Venezuela nel 1999, durante una tournée con la Mahler Jugendorchester negli Stati Uniti e in alcuni Paesi dell’America latina, e ne sono rimasto subito impressionato. Quello che José Antonio Abreu ha realizzato in più di un trentennio è una cosa unica. Tutti i giovani, di qualsiasi età e ceto sociale, hanno la possibilità di studiare musica, e la formazione – così come gli strumenti – sono gratuiti. Il Sistema non è però una semplice scuola di musica, nasce espressamente per dare l’opportunità a centinaia di migliaia di giovani di avere un futuro. Come dice Abreu, la povertà più grande non sta nel non avere un pezzo di pane o un tetto, ma nell’essere un individuo isolato, che non fa parte di alcuna comunità e che non ha obiettivi. In una parola, nell’essere «nessuno». Abreu ha impostato il Sistema proprio con questo obiettivo: dare uno scopo a ogni individuo, fornire a ogni giovane la possibilità di fare parte di una collettività, attraverso il fare musica insieme.

   L’ orchestra come metafora della società – un’immagine che da noi rischia di apparire scontata e un po’ retorica – diventa nel Sistema una realtà concreta e tangibile. Fare musica insieme è di fatto la più efficace educazione alla vita comunitaria, al rispetto, alla disciplina e soprattutto all’ascolto reciproco. L’ascolto è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato, nella vita civile.

   Perciò sono da sempre convinto che non ci sia solo un valore estetico nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico. La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla.

   Per questo motivo da sempre insisto sull’importanza dell’educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell’uomo. Prima è però fondamentale che la musica sia accessibile a tutti, democraticamente. L’amico José Antonio Abreu ha fatto proprio questo: in Venezuela ora la musica è un bene comune, come l’acqua. Il suo sogno è quello di un Paese di umanisti e di musicisti, dove la gente possa assumere dignità attraverso la forza dell’arte.

  In Venezuela il Sistema è ovunque, perché si vuole che la musica sia ovunque. Ci sono centinaia di orchestre infantili e giovanili, presenti in modo capillare in ogni regione e provincia, persino nei paesi remoti, e c’è un grande sforzo affinché tutti i ragazzi possano averne accesso, nessuno escluso. Questa determinazione è alla base di uno dei progetti che più mi hanno commosso, l’ormai famoso Coro Manos Blancas, in cui ragazzi non udenti o con altre disabilità «cantano» attraverso le loro mani, con guanti bianchi, esprimendosi attraverso coreografie molto comunicative.

  La musica in questo Paese è sempre presente, come strumento educativo e riabilitativo, o addirittura di riscatto; in alcune carceri, infatti, sono state costituite orchestre di detenuti, ai quali è data così la possibilità di imparare a suonare uno strumento. Il Sistema è pubblico, sostenuto dal governo venezuelano, ma si avvale di finanziamenti privati reperiti in tutto il mondo grazie a una instancabile opera di sensibilizzazione. Anche questo aspetto rappresenta sicuramente, a mio parere, un modello da imitare. Per reperire gli strumenti musicali, inoltre, c’è una vera e propria campagna di raccolta che si muove a livello praticamente mondiale.

  Vengono coinvolti i liutai di molti Paesi e gli stessi musicisti, che mettono a disposizione i propri strumenti inutilizzati. Questo esempio ha felicemente contagiato anche l’Italia, dove le campagne di raccolta «Costruire con la musica» vanno a beneficio dei Paesi in via di sviluppo, delle zone belliche e del nascente «Sistema» italiano.

Dall’introduzione del Maestro Claudio Abbado al libro «La musica salva la vita» di Ambra Radaelli

sabato 23 giugno 2012

UNA PIACEVOLE SERATA

   E' passato ormai un mese dall'ultimo post pubblicato sul nostro blog. Avevo perso un po' le speranze che questa iniziativa potesse avere un seguito. Ma devo dire che l'incontro di ieri sera mi ha fatto tornare la voglia di... provarci ancora.
  Ho avuto la netta sensazione che, prima attorno a quel lungo tavolo, e poi sulla scala, si respirasse una bella atmosfera. Mi è sembrato che tra di noi circolasse la sincera volontà di continuare a condividere una bella esperienza artistica e sociale. Un qualcosa che andasse oltre la semplice esigenza di un biglietto scontato e facilitato. 
   Ebbene, sono convinto che la bellissima idea di Gabriella, nata ormai 6 anni fa e da lei portata avanti con generosità, competenza e tenacia, grazie al supporto convinto di tutti noi potrà continuare a svilupparsi, sebbene con quegli aggiustamenti doverosi che l'esperienza ci porta a prendere in considerazione.
   Per concludere vorrei anche aggiungere che la serata di ieri mi ha permesso di conoscere un po' meglio alcuni di voi e che mi piacerebbe, a settembre, iniziare la stagione con una bella serata in Gracchia (Multiker) cenando insieme (ognuno porta qualche cosetta da condividere) e poi ascoltando e commentando un po' di buona musica. Che ne dite???????

P.S. Ricordo che, se si vuole lasciare un commento, basta cliccare su commenti (qui sotto) e, se non si ha un account Google, si clicca sul triangolino a dx della scritta "commenta come:" e si sceglie "anonimo", poi si scrive quel che si vuole e ci si firma. Infine si clicca su "pubblica commento" e si trascrive quanto è scritto sulle finestrine (se è incomprensibile si clicca sulla freccia circolare per farne comparire altre). Infine si clicca su Pubblica.
SEMBRA DIFFICILE MA E' FACILISSIMISSIMO